PASSANTE NORD: UN APPELLO DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
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PASSANTE NORD: UN APPELLO DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
Dobbiamo puntare con decisione ad un progresso solido e sostenibile e consentire al territorio regionale di essere più competitivo
Nella nostra regione la realizzazione delle infrastrutture, invece di seguire un approccio razionale, scivola in polemiche e contrapposizioni che fanno perdere di vista gli obiettivi generali e i vantaggi a favore della società e della collettività. E così pare essere anche per il tema “Passante”.
Per questo gli industriali dell’Emilia-Romagna fanno appello ad un approccio maturo e razionale che entri nel merito delle questioni ancora da definire o risolvere, così da ottimizzare i risultati e da contenere o compensare gli eventuali impatti su alcuni punti del territorio.
L’Emilia-Romagna è una delle regioni economicamente più avanzate d’Europa e deve concorrere con le aree europee più sviluppate anche dal punto di vista delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti.
Dobbiamo essere competitivi, e lo dobbiamo essere con infrastrutture moderne, intelligenti e sostenibili. Non occorre arrivare sino a Pechino e Shanghai, basta andare in Europa per vedere come si fa. L’alta velocità ferroviaria è una conferma di come nel nostro Paese sia possibile realizzare una mobilità efficiente e di qualità ambientale, con interventi ben fatti, a cui oggi non rinuncerebbe più nessuno.
Programmare infrastrutture non è come il gioco del Monopoli in cui si può tornare indietro. Significa procedere con rigore, individuare esigenze, compiere scelte, ricercare ottimali tracciati di riferimento, trovare risorse e poi avviare una realizzazione concreta e rispettosa di tutti i fattori, a partire da quelli territoriali e ambientali.
Questo è ciò che dobbiamo ora fare per il Passante: proseguire e valutare i singoli nodi irrisolti, affrontandoli con risposte adeguate, senza che ciò significhi rimettere in discussione la scelta di fondo.
Questo è l’unico metodo corretto, che deriva dai principi della democrazia. Non possiamo immaginare che di fronte a questioni di tale rilievo vi siano fughe dalla responsabilità, attraverso strumenti come il referendum, da parte di amministratori locali e regionali che sono stati chiamati ad assumersi la responsabilità di scelte concrete, in linea con decisioni già assunte.
Allo stesso modo, le regole della democrazia non possono ammettere che piccoli gruppi di protesta, contrari “a prescindere” a questa infrastruttura, pretendano di imporre il proprio punto di vista a tutti i costi, con rischio di strumentalizzazioni o derive violente, come si è purtroppo visto in Val di Susa e di recente anche a Bologna. E non appare nemmeno opportuno evocarli.
Quando parliamo di Passante dobbiamo evitare letture fuorvianti: parliamo di un’importante opera di completamento e ammodernamento di una rete già esistente, che alleggerisce e fluidifica le attuali concentrazioni di traffico e mette a disposizione di cittadini ed operatori economici la vecchia tangenziale di Bologna per gli spostamenti locali quotidiani.
Parliamo di un tracciato largo, che guarda alle esigenze future, e deve ora trovare puntuale definizione. Emergeranno certamente alcune criticità, che andranno valutate e superate il più possibile, anche con soluzioni alternative che le tecnologie oggi consentono o, nei casi più estremi, con compensazioni e opere “mitigative o complementari”, senza che ciò diventi un defatigante gioco al rialzo.
Tutto ciò va fatto, come negli altri Paesi d’Europa, con un’informazione complessiva e costante alla collettività. Solo così si costruisce un reale e motivato consenso dei cittadini.
Va infine ricordato che un’opera come questa non risponde solo ad un’esigenza di connessione con le grandi reti nazionali ed internazionali, in cui l’Emilia-Romagna gioca un ruolo decisivo, ma può diventare anche elemento distintivo della nuova Città metropolitana e della Regione.
L’Emilia-Romagna non può rinunciare a dotarsi di una infrastruttura, come il Passante, adeguata a collocarci come protagonisti nello scenario competitivo europeo.
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