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LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

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LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

 

Le proposte di Confindustria Emilia-Romagna per fronteggiare la siccità e le calamità naturali.
Gestire le risorse idriche anche attraverso una nuova governance dei corsi d’acqua

 

14 aprile 2025  -   Confindustria Emilia-Romagna ha presentato oggi a Bologna un’analisi sul tema delle infrastrutture idriche e delle competenze amministrative e gestionali dei corsi d’acqua in regione.  Obiettivo del convegno “Verso il nuovo Piano di Tutela delle Acque attraverso un nuovo modello di gestione”  è stato fare il punto sulle possibili soluzioni per una corretta gestione delle risorse idriche, nell’ottica di fronteggiare la siccità e le calamità naturali anche attraverso nuovi modelli di governance.

«La gestione dell’acqua – ha affermato la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  –   rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo e la competitività del territorio, della società e del sistema produttivo. Sinora il tema è stato gestito con un approccio ordinario perché non si erano verificate situazioni di grave rischio, ma da un lato le recenti alluvioni e dall’altro la siccità hanno messo in luce la necessità di realizzare in tempi brevi un piano di interventi infrastrutturali. La visione di futuro che vogliamo costruire per l’Emilia-Romagna passa anche da una nuova ed efficace gestione della risorsa idrica. Per questo proponiamo alla Regione di avviare una stagione concreta di investimenti che metta in sicurezza il territorio, le popolazioni e le imprese».

Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale«Nei giorni immediatamente antecedenti alle alluvioni di maggio 2023 – ha dichiarato – il Governo Meloni aveva giustamente provveduto alla nomina del commissario straordinario alla scarsità idrica, in quanto eravamo in una vera e propria situazione di emergenza. Questa emblematica concomitanza ci richiama però all'esigenza di mettere in campo una nuova strategia che tenga insieme tutti gli aspetti legati al ciclo idrico, la valorizzazione di ogni risorsa disponibile, investimenti su risparmio e riuso, opere per la sicurezza del territorio. Come Regione Emilia-Romagna accogliamo con favore lo spirito di collaborazione di Confindustria e mi sento di dire che siamo in sintonia rispetto agli obbiettivi. Sulla sicurezza come Regione abbiamo raddoppiato le risorse e aspettiamo a giorni la definizione del nuovo decreto da parte del governo, sul Piano di tutela delle acque dobbiamo segnare una svolta e sono certo che la comunità emiliano-romagnola saprà essere all'altezza della sua storia».

Gli studi commissionati da Confindustria Emilia-Romagna hanno evidenziato come l’Emilia-Romagna sia particolarmente interessata dall’alternanza di alluvioni e inondazioni a momenti di siccità e carenza idrica stia diventando. Questo fenomeno fa sì che i terreni non siano in grado di assorbire in poco tempo e tutta insieme l’acqua di cui hanno bisogno.  L’aumento della subsidenza, fenomeno naturale in un territorio pianeggiante, rischia di avere effetti molto dannosi se non si interviene preventivamente con azioni di controllo e gestione.  Da qui l’esigenza della regimazione delle acque superficiali.

All’emergenza idrica è collegata la siccità, che impatta negativamente sull’agricoltura, sulla portata dei corsi d’acqua e sulla ricarica delle falde sotterranee che si abbassano.  Circa il 70 per cento delle acque utilizzate in regione proviene dal Po e in parte da corsi d’acqua appenninici: una quantità importante che sostituisce le acque piovane non sufficientemente trattenute tramite invasi.

In particolare l’area nord dell’Emilia-Romagna è la più critica sotto il profilo della siccità: ciò è dovuto alla scarsità di infrastrutture di raccolta delle acque, che sono state viceversa costruite negli anni in Romagna e nel territorio bolognese. Dagli anni Settanta ad oggi stata realizzata solo un’opera di rilievo rispetto alle decine pianificate o ipotizzate, la diga di Ridacoli, che ancora oggi rappresenta un caso di eccellenza per visione ed efficacia.  Lo studio di Confindustria sottolinea la necessità di progettare una nuova rete scolante attraverso opere di ingegneria idraulica delle acque di superficie che tenga conto delle nuove altimetrie e pendenze dovute ai deficit sotterranei.

L’analisi di Confindustria regionale ha poi evidenziato come ci siano diverse criticità nel sistema di gestione delle risorse idriche, legate soprattutto alla complessità normativa e alla sovrapposizione di competenze legislative e amministrative tra i vari livelli di governo tra Stato, Regioni, enti pubblici e privati.

Ad oggi il quadro normativo a livello nazionale e regionale è troppo articolato e rende complesso l'operato di enti pubblici e privati.  Le difficoltà sono evidenti durante gli eventi emergenziali, che mettono in luce la scarsa preparazione delle strutture di contenimento e di gestione.  Occorre avviare una riflessione volta ad una riforma legislativa che chiarisca le competenze di ciascun attore pubblico e privato nella gestione delle risorse idriche.  È opportuno da un lato ripartire dall’applicazione diretta delle normative nazionali per centralizzare la gestione a livello regionale, permettendo alla Regione di definire piani, procedure e interventi operativi senza la frammentazione delle competenze, e dall’altro rivedere il modello di governance in Emilia-Romagna con una gestione integrata e snella, in grado di evitare l'allocazione delle competenze su troppi livelli amministrativi.  Ed è indispensabile creare un sistema più efficace per gestire le emergenze idriche attraverso politiche di prevenzione e una più adeguata dotazione infrastrutturale.

Lo studio sulle infrastrutture idriche è stato illustrato da Giovanni Martinelli, ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e dal geologo Andrea Dadomo. Il Vice Direttore di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi ha presentato lo studio sulla governance dei fiumi.

Alla tavola rotonda, moderata dal Vicedirettore del Resto del Carlino QN Valerio Baroncini, sono intervenuti l’Assessora all’Ambiente, Programmazione Territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, il Presidente e Amministratore Delegato di Pizzoli SpA Nicola Pizzoli, il Presidente di Romagna Acque - Società delle Fonti SpA Tonino Bernabè, il Presidente di AIPo-Agenzia Interregionale per il Fiume Po Gianpaolo Bottacin e il Presidente di ANBI-Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue Francesco Vincenzi.

 

Vai al testo integrale dello studioVerso il nuovo Piano di tutela delle acque, Le proposte dell'industria

Vai al testo integrale dello studio Competenze legislative e amministrative per la tutela delle risorse idriche dell'Emilia-Romagna"

 

 

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