ECONOMIA EMILIA-ROMAGNA. AGGIORNAMENTO DELLA BANCA D'ITALIA 12 novembre 2019
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ECONOMIA EMILIA-ROMAGNA. AGGIORNAMENTO DELLA BANCA D'ITALIA 12 novembre 2019
Nel primo semestre del 2019 l'economia regionale ha rallentato, confermando i segnali di indebolimento emersi nella seconda metà dell'anno precedente.
Nell'industria in senso stretto l'attività economica ha ristagnato. La produzione si è ridotta per le piccole e medie imprese, a fronte di un'espansione per quelle più grandi, che hanno beneficiato della buona dinamica dell'export; nel settore si è indebolita l'accumulazione di capitale. Nelle costruzioni la crescita si è arrestata dopo due anni di espansione. L'attività nei servizi è complessivamente aumentata, anche se in misura contenuta e con rilevanti differenze fra i comparti.
Le condizioni sul mercato del lavoro sono rimaste positive. L'occupazione è aumentata e il tasso di disoccupazione è diminuito; tuttavia, secondo i dati amministrativi, la creazione di posizioni lavorative alle dipendenze ha rallentato. In base ai dati del sondaggio della Banca d'Italia, nei primi nove mesi di quest'anno le ore lavorate sarebbero risultate stabili.
I finanziamenti alle imprese sono diminuiti, in connessione con il rallentamento dell'attività e con un atteggiamento più prudente assunto dalle banche, in prevalenza verso le imprese finanziariamente meno solide. I prestiti alle famiglie sono invece aumentati. La rischiosità del credito è rimasta contenuta attestandosi su livelli simili a quelli antecedenti la crisi finanziaria del 2008. I depositi bancari delle famiglie e delle imprese sono ulteriormente cresciuti; per queste ultime, l'andamento riflette sia livelli di redditività nel complesso soddisfacenti sia una ridotta propensione all'accumulazione di capitale.
Le prospettive a breve termine sono incerte. In base ai risultati del sondaggio della Banca d'Italia, per i prossimi sei mesi prevalgono attese di stabilizzazione dell'attività economica sui livelli attuali. Restano tuttavia rilevanti i rischi al ribasso connessi con il dispiegarsi degli effetti delle tensioni commerciali sui mercati internazionali e del rallentamento dell'economia tedesca, primo mercato estero della regione.